"I suoni dell'isola" performance da concerto ideata dal musicista/compositore Giovanni Mattaliano, si avvale della collaborazione di alcuni tra i più rappresentativi musicisti/creativi siciliani supportati dalla scena dei fotografi Giuliana Torre, Patrizia Bluette, Manlio Serio e Alessio Pusateri. Insieme hanno colto con i loro obiettivi i luoghi simbolo della città di Palermo attraverso le immagini di alcuni tra i più attivi esponenti della musica in città.
Giovanni Mattaliano, Massimo Patti, Giuseppe Urso, Gaspare Palazzolo, Giuseppe Mazzamuto, Daniele
Schimmenti, Salvo Compagno, Sergio Laviola, Massimo Sigillò Massara e Lucina Lanzara, sono i nomi dei
musicisti che hanno prestato la loro immagine, ognuno a rappresentare un luogo e un sito d'arte della memoria
storica della città. Scolpire il suono attraverso le immagini e la storia, la tradizione di Palermo che vanta il
centro storico più grande e antico d'Europa, tutto in un unicum come a suggellare un eterno che già esiste e
che appartiene alla comunità. Il concerto della durata di 1 ora circa, è inscenato attraverso la simultaneità
sonora delle immagini proiettate, catturate dalla creatività concertistica dei solisti che con composizioni
estemporanee dialogano con purezza attraverso la memoria dei loro percorsi creativi dedicati ai luoghi d'arte
di Palermo. Lo spettatore verrà catturato da una scena che vede i musicisti alternarsi tra musiche originali
ricreate all'istante e luminose energie fotografiche di esperienze culturali raccontate dalla emozionante storia
d'arte della città di Palermo, simbolo di una mediterraneità artistica in continuo divenire. L'iniziativa
pluriculturale nasce dall'idea di rendere omaggio alla creatività, un inno alla vita e alla bellezza tra musica,
monumenti di ogni epoca, luoghi dove scorre la quotidianità e la storia dei semplici, degli eroi e dei non eroi.
Un' intesa d'amore senza confini sostenuta dall'estro degli artisti all'interno di una scena in un continuo viaggio
della memoria. L'isola dei suoni è anche solitudine e desiderio di essere riconosciuto dal mondo distratto e
imbarbarito. L'isola è anche contraddittoriamente desiderio di evasione, un trampolino di lancio verso mondi
sconfinati e infiniti e i sette suoni, nella loro combinazione, riescono a proiettarci metaforicamente in terre
inesplorate e anche conosciute come a sugellare la continuazione di un linguaggio eterno e poliglotta nella sua
essenza.
Indicazioni: La performance "I Suoni dell'Isola" si svolge preferibilmente in un luogo d'arte e in acustico, più l'utilizzo di uno schermo con proiettore. L'impiego di un'eventuale amplificazione, sarà necessaria se l'ubicazione del luogo non disporrà delle condizioni acustiche adeguate, sarà altresì cura della produzione artistica presentare una scheda tecnica predefinita. La produzione si avvale di collaboratori specializzati all'organizzazione di eventi che assisteranno i 10 artisti in scena.
Primo concerto avvenuto in data 4 gennaio 2015 a villa Castelnuovo a Palermo.
Vi alleghiamo di seguito una recensione di Daniela Thomas sul concerto di giorno 8 marzo 2015 alla biblioteca Le Balate di Palermo
Un'Isola non è luogo che si possa raggiungere a piedi.
Recensione di Daniela Thomas ( https://domodama.wordpress.com/2015/03/09/i-suoni-dellisola-alle-balate/ )
Non un passo dopo l'altro, assorti, e nemmeno in ascolto, attenti; non in silenzio, presenti nel corpo, e
nemmeno leggeri e gioiosi, ciarlieri.
Per raggiungere un'Isola bisogna essere creature marine, e vivere il mare senza mai vederlo ma respirandolo;
o creature aeree, sospinte da un soffio invisibile eppure materico. Bisogna avere le ali, o coda e pinne a dare
la direzione; e gli occhi su lati diversi, come quelli di pesci e uccelli, a mostrare realtà differenti nello stesso
momento.
Per raggiungere un'Isola bisogna affrontare un viaggio vero, senza prenotazioni e biglietti e date e orari, perché la partenza semplicemente accade, e non sai quando né per dove.
Bisogna che perdiamo la rotta, perché questo accada, come antichi naviganti che, di notte, se il cielo era nuvoloso, non avevano più riferimenti: "de-siderare", si diceva nella lingua latina, cioè non riuscire più a vedere le stelle, "sidera"; e proprio in quel vuoto, in quell'assenza, in quella mancanza, trovare l'impulso a procedere, ad attivarsi, a cercare una direzione, a muoversi, a vivere. Per questo Désirade è il nome di un'isola sperduta nel Mar delle Antille, fuori da ogni percorso e dunque "desiderata".
Ma anche noi abitiamo un'Isola.
"I suoni dell'Isola", nel progetto di Giovanni Mattaliano, ci portano qui, proprio qui dove siamo, e ora, proprio
ora, all'improvviso, nell'Isola Desiderata. Mentre scorrono le immagini dei luoghi della nostra città, un
prezioso tappeto volante in cui s'intrecciano fiato, mani, dita, voce, corde, canne, piedi, rapisce e rende visibile
ciò che non avevamo mai visto: quei luoghi da sempre familiari per la prima volta si aprono dentro di noi, e
possiamo percepirne anima, corpo, respiro.
E l'Isola accade, e scopriamo che esiste davvero, e che è Bellezza che fluisce, e non altro.
E ieri, in Biblioteca, alle Balate, nell'abside di quella che un tempo era una Chiesa, abbiamo sentito risuonare
tutto ciò che della nostra città non si vede ma è.
Il suono dell'Anima, la sua voce, il suo cuore; e poi il mare, la sabbia, il respiro.
In nessun modo le parole potrebbero rendere quella Bellezza struggente, quel canto d'anima che, già durante
le prove, entrando all'improvviso dalla porta laterale, mi ha inondato e commosso. Ma siamo andati via tutti,
ieri sera, con una sola certezza: che la Bellezza esiste, è qui, tutt'intorno, invisibile e necessaria come il mare
per un pesce; è suono e luce, e nulla ha a che fare con sistemi, strutture, istituzioni, potere: no. E' altro. E' tutto
ciò che non si vede, è "una cosa qualunque, come luce e vita". E noi ce l'abbiamo dentro, questa vita.
Giovanni Mattaliano, Massimo Patti, Giuseppe Urso, Gaspare Palazzolo, Giuseppe Mazzamuto, Daniele Schimmenti, Salvo Compagno, Sergio Laviola, Massimo Sigillò Massara e Lucina Lanzara, i musicisti; Giuliana Torre, Patrizia Bluette, Manlio Serio e Alessio Pusateri i fotografi. A tutti loro va il nostro più sentito ringraziamento per questo straordinario evento.